lunedì 16 gennaio 2012

Quando anche pregare diventa difficile

In una amnistia generale in interventi infrastrutturali, a Pietralata, anche pregare diventa difficile. Manca un pò tutti qui. Parcheggi, aree verdi, marciapiedi, centri di aggregazione. E financo luoghi di culto. In realtà le Chiese ci sono, ma la loro disposizione "atipica", o difficilmente raggiungibile, le rende assai poco vicine alla comunità, perlomeno a chi vive nel ventre di Via di Pietralata, ben oltre l'incrocio con via dei Durantini.

Facciamo il punto. Nel quartiere, dalla morfologia urbanistica assai frastagliata e disomogenea – insistono tre Parrocchie:
  • Chiesa di S. Michele Arcangelo a Pietralata;
  • Chiesa di S. Vincenzo Pallotti;
  • Chiesa di S. Fedele da Sigmaringa (luogo sussidiario di culto della parrocchia è la Cappella della Madonna delle Grazie, in via di Vigna Mangani e la cappella intitolata al Sacro Cuore di Gesù a Casale Rocchi).
La prima, storica, nasce ad uso e consumo della borgata. La seconda, edificata negli anni '90, accoglie i fedeli che gravitano nell'area di via Matteo Tondi. La terza, infine, gradevolmente adagiata su una collinetta, è "a servizio " dei residenti di Collina Lanciani. Risultato? L’accesso alle funzioni religiose e più in generale, la partecipazione alla vita parrocchiale, per quanti vivono nel tratto compreso tra via dei Durantini e Casale Rocchi, è resa particolarmente insidiosa dalle considerevoli distanze ai luoghi di culto, cui si sommano specifici elementi di degrado e insicurezza, quali l’assenza di marciapiedi e di illuminazione, nonché la mancanza di un normale tessuto urbano.

Del problema, nel mese di settembre 2011, è stato informato Sua Eminenza Agostino Vallini, Cardinale Vicario presso il vicariato di Roma e, per conoscenza, Sua Eccellenza Monsignor Guerino Di Tora, Vescovo Ausiliario Settore Nord. La questione è resa ancor più spinosa dal fatto che i futuri interventi urbanistici, tra cui il Print e il progetto F555, produrranno un aumento considerevole delle famiglie, le quali rischierebbero di rimanere prive di una Chiesa di riferimento in cui poter assistere alle funzioni religiose e rendersi parte attiva dei momenti aggregativi della Comunità. Il pericolo concreto, già ravvisabile oggi, è che, date le effettive problematicità di cui sopra, non si sviluppi quel senso di appartenenza del quale il nostro quartiere necessita.

Purtroppo intervenire non è facile. Come conferma Sua Eccellenza Monsignor Guerino Di Tora, attualmente la questione è vagliata da tre parrocci; poi sarà l'Ufficio della preservazione della fede e della costruzione dell nuove chiese a tirare le conclusioni. Nel frattempo c'è in atto la costruzione della parrocchia di Sant'Atanasio, e la revisione della parrocchia di San Fedele. Ma i tempi, inutile negarlo, sono terribilmente lunghi....

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