Verrà inaugurata oggi, in via dei Durantini 98, in quello che una volta era un laboratorio artigianale, una nuova moschea.
Estremamente lecito l'interrogativo del lettore che ci ha girato la "soffiata": cose ne pensa il Municipio, se informato, almeno sugli aspetti urbanistici e di regolarità dell'operazione?
Cosa cambiava se avesse aperto una sinagoga, un tempio buddista o una chiesa?
RispondiEliminaUna moschea è un luogo di culto, fino a prova contraria.
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EliminaSe avesse aperto una sinagoga, un tempio buddista o financo una chiesa non sarebbe cambiato nulla: sarebbe stato comunque giusto domandarsi se gli aspetti che normano un luogo di culto sono in essere oppure no.
RispondiEliminaIn discussione non c'e' la libertà di culto figuriamoci.
RispondiEliminaCi si chiede solo come può uno spazio utilizzabile solo come deposito o al massimo laboratorio artigianale trasformarsi in luogo aperto al pubblico (senza scomodare la religione basti pensare ad una discoteca) dall'oggi al domani.
Non si può non pensare al mancato rispetto degli standard urbanistici, di sicurezza, igienici, di antincendio, di parcheggio e di una infinità di altri aspetti che se non regolati costituiscono l'innesco di potenziali situazioni di rischio per gli utenti dello spazio e per chi abita nel fabbricato e nei palazzi circostanti.
Ogni tanto converrebbe guardare la luna e non il dito che la indica!
Cerchiamo di essere intellettualmente onesti.
RispondiEliminaIn realtà è la moschea che genera dubbi, interrogativi e sospetti. E’ vista come qualcosa di estraneo, o addirittura potenzialmente ostile alla nostra cultura. Si dà quasi per scontato che ci siano irregolarità e operazioni poco chiare.
Temo che dietro queste preoccupazioni ci sia il retropensiero: moschea=musulmani=extracomunitari=integralisti islamici nemici dell’occidente.
caro amico di scontato non esiste nulla se non il fatto che ogni volta che si trattano certi temi il timore di apparire politicamente poco corretti ci ottenebra mente ed occhi.
RispondiEliminaPer una attimo cerca di astrarti dall'equazione che paventi e converrai che il nostro territorio è devastato da attività inidonee ad ospitarle tanto che ogni tanto ci scappa la tragedia.
Ricorderai i casi di famiglie di immigrati sterminate da improvvise alluvioni perchè fatti vivere in infimi scantinati, oppure incendi in sfasci incompatibili con la città che li circonda.
Chi accetta tutto ciò in nome di un falso buonismo o malintesa tolleranza non si scandalizzi per le conseguenze, a volte tragiche che ne conseguono.