lunedì 15 luglio 2013

Autodemolitori: l'Associazione Vivere Verde scrive a Marino

E' ancora una volta l'Associazione Vivere Verde a prendere in mano carta e penna e scrivere, attraverso il suo legale avv. Falcone, alla nuova amministrazione Capitolina per chiedere la convocazione urgente di un tavolo tecnico-istituzionale per compiere, come si legge nella lettera "...una rapida istruttoria finalizzata alla definizione delle istanze provenienti dalla categoria e da vasti ambienti della società civile".

All'indice i numerosi problemi di natura ambientale ed economica legati alla situazione di precarietà in cui versa la categoria dei rottamatori, che da oltre quarant'anni attende un piano organico di sistemazione degli impianti in "...un contesto idoneo e funzionale per Roma Capitale, per gli operatori  e per la cittadinanza tutta".

4 commenti:

  1. L'associazione Vivere Verde ha il merito di essere una delle poche che denuncia la situazione vergognosa degli sfasci con una certa continuità.
    Il problema però è che rappresenta gli autodemolitori e affronta il problema dal loro punto di vista, che non è detto coincida con quello dei cittadini, ovvero di avere fuori dai piedi e lontano dai centri abitati queste attività economiche, che produrranno anche occupazione, ma sicuramente producono degrado e inquinamento.

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  2. Questo è indubbiamente vero, però nel caso specifico la richiesta di una delocalizzazione "in contesto idoneo e funzionale" è messa nero su bianco. Se poi alle istanze di parte si sommassero anche quelle dei cittadini, forse si riuscirebbe a ottenere qualcosa di più, che non semplici promesse elettorali.

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    1. In realtà nella lettera si parla di sistemazione degli impianti e non di delocalizzazione. Esistono normative, nazionali ed europee, che impongono lo spostamento degli autodemolitori in aree lontane dai centri abitati.
      Come sappiamo, se ne parla da decenni, ma non si è mai riusciti a reperire aree idonee ad ospitare tali attività, senza arrecare danno al decoro e alla salute dei cittadini.

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    2. Là dove si parla di sistemazione in contesti idonei si intende appunto la delocalizzazione in aree lontane dai centri abitatati. Le attuali collocazioni, nella stragrande maggioranza dei casi, sono ben oltre il limite dell'accettabilità. Per questo gli sfasci devono essere spostati altrove e non già, come accade, a ridosso di abitazioni private, ospedali, scuole e/o aree naturali come succede a Pietralata.

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